Frosinone, retrocedere a testa alta

“Est modus in rebus”recitavano i latini che tradotto vuol dire “c’è modo e modo”. Questo vale per tutte le cose e per ogni atteggiamento, ed in questo caso da lodare non c’è il modus di un singolo, ma di una città intera. Giusto un anno fa il Frosinone Calcio festeggiava la sua prima, e storica, promozione in Serie A. Una piccola favola di una società di provincia che realizza un piccolo sogno, con buona pace di chi come il presidente della Lazio Claudio Lotito non vedeva di buon occhio questo salto di categoria preoccupato per una potenziale perdita di appeal della massima serie agli occhi degli investitori pubblicitari. Un fulgido esempio di come ora per certi personaggi il calcio sia solo un business senza spazio per i sentimenti. E invece per fortuna non è così, con i tifosi gialloblù che, dopo decenni passati in polverosi campi delle serie minori, hanno così potuto assaggiare il palcoscenico principale del pallone italiano, andando all’Olimpico da protagonisti e non più da ospiti. Se magari prima ci si recava nella vicina capitale per un evento o delle feste di compleanno Roma di qualche amico o parente, adesso il tifoso frusinate poteva farlo per continuare a sognare, nella speranza che i propri beniamini calcistici potessero salvarsi rimanendo così nel gotha del calcio italiano.

frosinone calcio

Retrocedere senza drammi

 

Con la sconfitta interna contro il Sassuolo invece il Frosinone ha salutato la nostra Serie A. Più che la debacle interna pesa il pareggio beffardo ottenuto dal Milan nel finale della partita precedente a San Siro ma più in generale un andamento esterno non all’altezza di quello interno. Ma a fare il giro del mondo per una volta non è stata la contestazione dei tifosi per la retrocessione matematica, ma invece il caloroso e sentito ringraziamento di tutto lo stracolmo stadio verso i giocatori, allenatore e dirigenza. Un grazie di cuore per chi ha lottato fino all’ultimo per far si che il sogno continuasse. E’ stato un campionato difficile per il Frosinone, ma nelle difficoltà si è saputo distinguere. In primis va sottolineato il calore del pubblico frusinate che ha sempre riempito il Matusa nelle partite interne e seguito la squadra in massa in trasferta. Poi per il modo di vivere da parte del presidente Maurizio Stirpe e del suo staff questa avventura nella massima serie. In panchina è stato riconfermato mister Roberto Stellone, che ha terminato la stagione senza che venisse cacciato alla prima difficoltà, alla faccia di chi invece ne cambia uno ogni due mesi. Anche nel parco giocatori la rosa è sostanzialmente quella della promozione dalla Serie B con qualche innesto. Oltre questo ci sono anche i lavori per un nuovo impianto sportivo. Insomma, sul campo è arrivata la retrocessione ma il futuro per il Frosinone sembra essere comunque roseo.